mercoledì, settembre 17, 2014

Passo d Tremalzo e bocca di Trat

Avevo voglia di un giro corposo ma le previsioni incerte mi hanno lasciato in sospeso fino all'ultimo: alla fine mi sono svegliato con calma e alle 8, visto che sembrava non piovere, almeno per il momento, sono partito per Riva. Sono salito con calma per la vecchia strada del Ponale superando gruppi di tedeschi (sembra siano sempre in vacanza: i Tedeschi sono una razza superiore: sempre in ferie, nei posti più belli a fare le attività più stimolanti con le attrezzature migliori. Quando lavorano lavorano e poi hanno tanto tempo per godersi la vita: all'opposto gli italiani sono sempre al lavoro ma spesso non a lavorare, vanno in ferie in posti spesso degradati e se non già rovinati in breve li distruggono e sprecano il loro scarso tempo libero). Poi, sempre a passo tranquillo ho girato attorno al lago di Ledro e ho imboccato la ciclabile per il passo d'Ampola. Le cime sempre nelle nebbie.
Poco prima del passo ho visto dietro di me un gruppo di ciclisti in bici da corsa: mi aspettavo di essere superato ma rimanevano indietro. Prima della salita mi sono fermato un attimo: ripartito i 5 ciclisti di prima con lo slancio preso dall'albergo dell'Ampola mi sorpassano e attaccano la salita (12%) in velocità. Ho in programma un giro lungo e quindi in un primo momento ho pensato di lasciarli andare. Poi visto che l'ultimo dei 5 è una ragazza, in un'impeto d'orgoglio, ho aumentato un pochino l'andatura per vedere quanto riusciva ad andare. L'ho raggiunta col fiatone e sono rimasto dietro per recuperare le energie. All'inizio  ho pensato di lasciarla andare per non compromettere il mio giro ancora molto lungo; poi, visto che dopo un Km ha ceduto un pochino, l'ho superata mantenendo il passo. Era  giovane ma, all'aspetto non proprio in forma: farmi lasciare indietro da una ragazza decisamente troppo culona per essere un'atleta sarebbe stato un duro colpo per la mia autostima di ciclista. Ho proseguito con il mio passo e in breve ho superato altri due del gruppo e li ho lasciati indietro agevolmente. (Decisamente erano partiti ad un ritmo eccessivo per loro). Il quarto è più coriaceo: proseguendo con il mio passo e sforzandomi di non esagerare (mi aspettano ancora più di 2000 metri di salita, se il tempo tiene) dopo 5 km lo ho raggiunto. Proseguendo sempre a ritmo invariato l'ho superato e staccato un pochino. Al sesto km la pendenza cede e il ciclista in modo del tutto inaspettato mi ha superato in velocità e ha guadagnato rapidamente 200 metri. La salita riprende e in un km mi sono ripreso il distacco; l'ho risuperato e ho iniziato a guadagnare progressivamente terreno. Al successivo tratto di respiro mi aspettavo di vederlo arrivare di nuovo al suo passo insostenibile ma rimane indietro. Ho iniziato a credere fosse cotto e ho proseguito a ritmo invariato. Agli alberghi di Tremalzo avevo 500 metri di distacco e ho continuato, mi sembrava, a ritmo invariato convinto di non vederlo più. Poco sotto il passo ho visto che aveva recuperato: sarà stato a 100 metri da me. Ho proseguito aumentando leggermente l'andatura: tanto mancavano 300 metri al passo e lì finisce l'asfalto; lui si doveva fermare (per non distruggere la sua fantastica Cannondale in carbonio) mentre io potevo proseguire con calma. Incredibilmente mi ha raggiunto e 30 metri dal passo mi  ha superato con uno scatto che, ammesso fossi riuscito a tenere, avrei pagato con 2 giorni di gambe dure. Il quinto ciclista invece era decisamente più forte ed era già al bar con davanti una fetta di torta. Ho continuato tranquillo sullo sterrato fino alla galleria superando gli appassionati di downhill che erano arrivati al passo con un furgone. Al passo mi sono cambiato e ho addentato un panino: ha iniziato a gocciolare. Ho iniziato a temere una bella lavata: per fortuna verso il Garda fra le nebbie si intravedeva un pò di sole. Sono sceso veloce per i tornanti superando gruppi di discesisti e al passo della Nota il tempo sembrava meglio. Ho deciso di scendere verso Ledro per continuare il giro. Al lago sono stato premiato: sembrava quasi una bella giornata: un gelato per incamerare un pò di calorie e sono ripartito verso Bezzecca e la val Concei. Dopo qualche km in leggera salita la strada si impenna ma seppur con calma ho proseguito senza eccessiva fatica per gli ultimi 1000 metri di salita. Continuavo a superare gruppi di tedeschi (segno che non ero ancora finito) e in un'oretta sono arrivato al Rifugio Pernici dove mi sono fatto un'enorme fetta di sacher (che ho diviso con un simpatico pastore Bernese che mi ha fatto compagnia) e una Coca. Le fatiche non erano finite: la discesa verso Capanna Grassi è molto ripida e ha parecchi tratti di sassi smossi che richiedono una guida sicura per recuperare l'equilibrio. Anche qui ho superato parecchi tedeschi (alcuni a piedi) con bici fantastiche ma ovviamente abituati a guidare nelle tranquille campagne della Germania. A Campi ho imboccato il sentiero della Pinza e in un attimo sono arrivato a Riva. Ne avevo abbastanza ma non ero affatto provato. Molto soddisfatto: 89Km e 3000 metri di dislivello in poco più di 6 ore. Niente male per un mezzo pensionato!

Nessun commento:

Posta un commento