giovedì, febbraio 16, 2017

Carega


La nostra prima esplorazione del Carega (che avevo fatto alcune volte solo in bici). Salita dal vaio dei Cavai e discesa avventurosa da vaio di Pissavacca. Ci si è aperto un mondo di scivoli e canalini da esplorare: dovremo tornare più volte. La salita era tracciata e, a parte un numero infinito di zete strettissime su forti pendenze, è stata piacevole e tranquilla. In discesa, preso da ingordigia, ho insistito per scendere dal vaio di Pissavacca: la prima parte della discesa è favolosa. Più sotto i mughi non completamente coperti avrebbero richiesto più neve. Per sfruttare un ultimo pendio vergine, sul finale, abbiamo abbandonato le tracce di discesa e dopo terribile ravanata, siamo finiti prima sull'orlo di una parete rocciosa, poi dopo risalita e nuova discesa, seguendo la traccia gps del sentiero siamo finiti sull'orlo di una cascata strapiombante di 30 metri. Per fortuna abbiamo visto passare sotto sulla strada 2 sciatori a cui abbiamo chiesto da dove scendere e dopo un'ora di risalita fra salti e mughi abbiamo trovato i segni bianchi e rossi del sentiero e, in qualche modo siamo riusciti a scendere. Questa volta ho avuto una certa paura di dover bivaccare o, quanto meno di dover risalire fino in cima per pernottare nell'invernale del Fraccaroli.































Arrivati alla bocchetta si vedono la cima e il rifugio




L'Altissimo con lo zoom: la discesa di lunedì pare ancora innevata
Il rifugio Fraccaroli



Ingrandendo si vedono dei camosci nel canale


Il versante nord del Carega da Obra: al centro il nevaio sospeso dove passa la nostra salita

Qui un breve video della discesa. Inizia con la foto di vetta e finisce con la cascata dove ci siamo bloccati e abbiamo dovuto risalire

Qui la traccia della salita. Presa da qui.

Qui la traccia della discesa (sconsigliabile perchè ci siamo persi)

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